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Padre Piero Gheddo



Piero Gheddo (Tronzano Vercellese, 1929). Missionario, giornalista e scrittore italiano.

Descrizione

Nato nel 1929 a Tronzano Vercellese, ha frequentato il seminario diocesano di Moncrivello (Vercelli), è entrato nel Pime nel 1945 e ordinato sacerdote nel 1953. Avrebbe dovuto partire per l'India, invece i superiori l'hanno tenuto nella stampa, all'inizio in modo provvisorio, poi la sua opera nei mass media è diventata importante per l'Istituto e la Chiesa italiana: ha finito per restare in Italia e nel 2003 ha celebrato i 50 anni di sacerdozio. E' stato fra i fondatori dell'Editrice Missionaria Italiana (EMI) nel 1955 e di "Mani Tese" nel 1963.
Padre Gheddo ha scritto più di settanta volumi, con una trentina di traduzioni all'estero e collabora con vari giornali e radio-televisioni. Ha presentato il Vangelo della domenica alla televisione di Rai-Uno tutti i sabati sera (1993-1995) e a Radiodue ogni mattino alle 7,18 per diversi periodi. Ha ricevuto tre prestigiosi premi, fra i quali il "Premio Campione d'Italia" nel 1972 (riconoscimento annuale dei giornalisti italiani), assegnatogli da Indro Montanelli che divenne poi suo amico e col quale collaborò nei giornali da lui diretti.
Dal 1994 è direttore dell'Ufficio storico del Pontificio istituto missioni estere a Roma, dove insegna nel seminario pre-teologico del Pime; ma nel suo istituto a Milano ha un ufficio e la segretaria (suor Franca Nava, missionaria dell'Immacolata già infermiera in India e Bangladesh), per le collaborazioni giornalistiche e le conferenze serali a cui è spesso invitato. E' postulatore di tre cause di canonizzazione: il dottor Marcello Candia (laico missionario in Amazzonia, 1816-1983), padre Clemente Vismara (del Pime, per 65 anni in Birmania, 1897-1988) e fratel Felice Tantardini (anche lui del Pime, per 70 anni in Birmania, 1898-1991).
Il 18 febbraio 2006 ha avuto inizio la causa di beatificazione dei genitori di Padre Gheddo, Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo. La prima è morta nel 1934 di parto gemellare e di polmonite a 32 anni, il secondo nel dicembre del 1942 a 42 anni, durante la seconda Guerra Mondiale in Russia, alla quale partecipò come capitano d'artiglieria della divisione Cosseria. Ricevuto l'ordine di ritirarsi mentre il 17 dicembre 1942, avrebbe potuto mettersi in salvo con i suoi soldati, rimase invece nell'ospedaletto da campo con i feriti intrasportabili, al posto del suo giovane sottotenente, al quale così salvò la vita. Per questo atto eroico gli fu assegnata la medaglia al valor militare. Insieme a lui volle rimanere con i feriti nell'ospedaletto anche padre Pio Chiesa (Montà d'Alba, Cuneo 1897 - Krasnj 1942), cappellano gesuita poi disperso e medaglia d'argento al valor militare[3]. Piero Gheddo parla di questi fatti nel suo libro Il testamento del capitano. Mio padre Giovanni disperso in Russia nel 1942 (2008).

Bibliografia
Padre Gheddo ha scritto più di 80 libri, con una trentina di traduzioni all'estero.


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